“Lo sapevi che?”
Alcune cose che forse dovresti conoscere a proposito delle nocciole
1) Sapevi che il territorio tra Alfina, Orvietano e lago di Bolsena vive una minaccia?
Le campagne attorno a Orvieto e della Tuscia possiedono uno dei paesaggi più belli del centro Italia. Una bellezza custodita attraverso il tempo grazie a un proficuo rapporto tra uomo e natura, che oggi è messa in pericolo dalla diffusione spregiudicata della coltivazione intensiva di nocciole.
Non sono i noccioli a preoccupare, ma l’impatto che questa monocoltura può avere sulla salute delle persone e dell’ambiente.
2) Sapevi che esiste un progetto nazionale che sostiene la diffusione dei noccioleti?
A partire dal 2015 la multinazionale Ferrero, in collaborazione con ISMEA e CIVI, ha lanciato il Progetto Nocciola Italia per incrementare del 30% la produzione italiana di nocciole. Alcune Regioni (tra cui Toscana, Lazio e Umbria) hanno firmato degli accordi quadro con l’azienda, impegnandosi a cooperare a questo progetto.
Come? Attraverso alcune misure previste dai Programmi di Sviluppo Rurale 2014-2020 hanno definito modalità e strumenti di sostegno alle iniziative imprenditoriali rivolte alla coltura del nocciolo.*
*[Fonte ISMEA, “Accordo Ismea Ferrero: lo stato dell’arte ad oggi”, comunicato stampa 30 luglio 2015]
3) Sapevi che il nocciolo diventa produttivo dopo 5 anni?
Nei primi cinque anni improduttivi, grazie al Piano di Sviluppo Rurale che la Commissione europea ha approvato per Lazio e Umbria, i coltivatori possono beneficiare dei fondi UE a sostegno del passaggio dall’agricoltura convenzionale all’agricoltura biologica.
E dopo cosa succede?
Al momento del primo raccolto bisogna fare i conti con il contratto di coltivazione che la multinazionale dolciaria offre ai produttori di nocciole. Esso comporta penalizzazioni economiche nel caso in cui più del 3% dei frutti presenti punture di cimice. Le cimici del nocciolo sono molto diffuse.
Senza fare processi alle intenzioni, è comprensibile la tentazione di usare pesticidi di sintesi e di tornare all’agricoltura convenzionale dopo aver ricevuto i contributi UE per il biologico quando le giovani piante erano ancora improduttive.
Nell’aprile del 2019 è stata rivolta un’interrogazione alla Commissione europea per sollevare questo tema*.
*[Fonte: www.∞dariotamburrano.it “Non ci indurre in tentazione. Nocciole e fondi UE per il biologico”, 30 aprile 2019]
4) Sapevi che i residui di pesticidi sono nel cibo, nell’acqua e nell’aria?
I fungicidi e gli insetticidi utilizzati in agricoltura sono molti. Boscalid, Chlorpyrifos, Fludioxonil, Metalaxil, Imidacloprid, Captan, Cyprodinil sono i pesticidi più diffusi negli alimenti campionati in Italia.
Conoscerli permette di evitarli? Forse no. Perché non si vedono e non si sentono, ma troppo spesso lasciano le loro tracce: si trovano nel 34% dei campioni regolari analizzati *.
I pesticidi sono presenti anche nel 67% delle acque superficiali e nel 33,5% di quelle sotterranee campionate in Italia, dove sono stati trovate tracce di 259 sostanze diverse, un numero sensibilmente più elevato degli anni precedenti.**
[*Fonte: Legambiente, Dossier Stop Pesticidi “Il quadro della presenza di residui di pesticidi negli alimenti e nell’ambiente in Italia 2019”]
[** Fonte: Istituto Superiore per la ricerca ambientale (Ispra), Rapporto nazionale pesticidi nelle acque 2015-2016, Edizione 2018]
5) Sapevi che l’acqua di Orvieto e del bacino del lago di Bolsena sono a rischio?
Sull’altopiano dell’Alfina c’è la fonte del Tione che garantisce l’asservimento idropotabile (cioè l’acqua che beviamo) dei cittadini del comprensorio di Orvieto. Proprio lì sono state impiantate monoculture intensive di noccioli. L’uso massiccio di fitofarmaci in quella zona potrebbe avere effetti nocivi, compromettendo la falda.
Anche le acque del lago di Bolsena potrebbero essere fortemente degradate dalla presenza smodata di fitofarmaci, come è già successo al lago di Vico.
Per cautela, alcuni sindaci delle città affacciate sul lago hanno emesso ordinanze restrittive sull’uso di sostanze chimiche in agricoltura.
6) Sapevi che che c’è un movimento di cittadini in lotta contro questa minaccia?
Difronte a questa minaccia si sono messe in moto molte persone. Cittadine e cittadini, ma anche piccole realtà contadine che producono cibo locale con metodi naturali e genuini e che non vogliono vedere il proprio territorio invaso dalle monoculture.
Un movimento spontaneo che vuole tutelare il paesaggio e la salute, proteggendo il territorio da uno sviluppo che porta ricchezza altrove, impoverisce terre, paesaggio e risorse e mina la salute delle persone.
7) Sapevi che hai un potere enorme?
Quello della scelta. Informandoti, leggendo le etichette, dando importanza a un gesto: la tua spesa.
Con i tuoi acquisti puoi determinare la crescita o la decrescita di alcuni prodotti e puoi tutelare la salute delle persone e del territorio.
Puoi decidere di acquistare cibo locale, costruire relazioni con chi produce nel nostro territorio, e rifiutare cibo che proviene da filiere legate allo sfruttamento delle persone e della terra.
8) Sapevi che puoi saperne di più?
Se vuoi approfondire la questione, puoi contattare la Comunità Rurale Diffusa , il Comitato Quattro Strade o scrivere a losapeviche@autoproduzioni.net